GEOLOGIA DEI BASAMENTI CON RILEVAMENTO

Anno accademico 2015/2016 - 1° anno
Docente: Gaetano Ortolano
Crediti: 9
SSD: GEO/07 - Petrologia e Petrografia
Modalità di erogazione: Tradizionale
Organizzazione didattica: 225 ore d'impegno totale, 183 di studio individuale, 42 di lezione frontale
Semestre:
ENGLISH VERSION

Obiettivi formativi

Il corso ha come scopo quello di far acquisire agli studenti i principi fondamentali dei processi metamorfici e magmatici che concorrono alla formazione dei basamenti cristallini nei diversi contesti geologico-geodinamici. A tal fine lo studente alla fine del corso dovrà essere in grado di: Comprendere i principi fondamentali della reologia delle deformazioni dello stato solido e delle proprietà elastiche e meccaniche dei principali litotipi; Saper descrivere e classificare i diversi tipi di strutture deformative, ricostruendone l’ambientazione e l’evoluzione spazio-temporale; Saper raccogliere, trattare, mappare e rielaborare dati strutturali disaggregati, identificandone lo stile e ricostruendone l’evoluzione nel tempo e nello spazio; Saper leggere ed interpretare carte geologiche in aree di basamento cristallino; Saper ricostruire i rapporti deformazione - blastesi intercorsi durante l’evoluzione tettono-metamorfica di un basamento; Saper determinare, con l’integrazione di opportune tecniche geotermobarometriche, i cambiamenti di pressione e temperatura registrati dalle rocce di basamento, ricostruendone così le traiettorie P-T.

Prerequisiti richiesti

• Conoscere i principi classificativi delle rocce ignee e metamorfiche di basamento;

• Conoscere i principi di microscopia ottica per il riconoscimento dei minerali fondamentali;

• Conoscere la cristallochimica e la minerogenesi dei principali minerali costituenti delle rocce metamorfiche e ignee di basamento;

• Conoscere i fondamenti dell’attuale assetto geologico-geodinamico centro-Mediterraneo.


Frequenza lezioni

OBBLIGATORIA


Contenuti del corso

Modulo di Geologia dei basamenti cristallini: 6 CFU (42 ore)

PARTE 1°

INTRODUZIONE

Principi e scopi della Geologia del Cristallino. Descrizione dei principali processi orogenetici. Il gradiente geotermico e la sua influenza sulla genesi dei basamenti cristallini. Richiami sulla petrogenesi delle rocce metamorfiche: tipi di metamorfismo, loro estensione areale e significato regionale; concetti di facies metamorfica, zona metamorfica e minerali indice

PARTE 2°

PROPRIETÀ MECCANICHE DELLE ROCCE

Principi di reologia dello stato solido: Analisi dello stress e dello strain. Storia dello strain: Strain coassiali e non coassiali. strain totale, strain incrementale, deformazione progressiva. Il comportamento reologico di minerali e rocce: Meccanismi deformativi inter- ed intra-cristallini; Fattori di controllo dello strain in rocce monomineraliche e polimineraliche. I processi di recovery. Le principali leggi di flusso nella reologia dei corpi solidi.

 

Parte 3°

ANALISI MESO-MICROSTRUTTURALI

Foliazioni e lineazioni. Descrizione e classificazione delle pieghe. Modelli teorici di piegamento. Distribuzione dello strain nelle pieghe. Geometria e tipi di interferenza strutturale. Dispersione degli elementi strutturali. Metodi di analisi strutturale in aree polideformate: Reticolo di Wulff; reticolo di Schmidt. Proiezione di un piano, proiezione di una linea. Esempi di calcolo di elementi geometrici. Rotazione dei dati strutturali. Concetti di simmetria nelle strutture. Elaborazione statistica dei dati attraverso l’ausilio di software. Ricostruzione dei rapporti blasto-deformazionali: Cronologia degli eventi deformativi. Cronologia degli eventi blastici. Relazioni cronologiche fra deformazione e blastesi. Definizione di zona di taglio. Classificazione delle rocce di faglia e loro collocazione nei vari livelli crostali. Gli indicatori cinematici. Caratteri microstrutturali delle cataclasiti e delle miloniti. Le pseudotachiliti. Riconoscimento ed interpretazione delle microstrutture metamorfiche.

Modulo di Rilevamento : 3 CFU (36 ore)

TECNICHE DI RILEVAMENTO

Misure sul terreno: giacitura degli elementi planari e lineari. Rappresentazione cartografica con simbologia codificata. Stazioni di misura ed elaborazione dei dati strutturali. Ricostruzione spazio-temporale degli eventi deformativi. Distinzione delle simbologie strutturali su base tempo-relativa. Caratterizzazione tessiturale e strutturale delle strutture deformative. Riconoscimento mesoscopico delle associazioni paragenetiche in rocce di basamento. Penetratività e pervasività delle strutture deformative. Ambientazione genetica delle strutture deformative. Individuazione ed interpolazione dei limiti tra le unità. Esempi di ricostruzione grafica dei limiti e verifica della validità dei limiti d'interpolazione. Riconoscimento e caratterizzazione dei limiti tra rocce plutoniche e rocce metamorfiche. Cenni di cartografia geotematica e applicazioni GIS/GPS.

ELEMENTI DI TETTONICA

L’assetto tettonostratigrafico e l'evoluzione tettono-metamorfica delle unità di basamento nell'Orogene Calabro-Peloritanio. Strutture e stili tettonici. Tipologia e scala dei sistemi plicativi. Caratterizzazione e classificazione dei sistemi deformativi fragili. Influenza dei sistemi tettonici fragili (faglie e thrust) sulla dislocazione della continuità delle unità di basamento. Rapporti tra tipologie e tempi di messa in posto di unità plutoniche ed unità metamorfiche incassanti. Ricostruzione degli andamenti strutturali su carta: trend degli assi di piega, dei piani di foliazione e delle principali strutture lineari diversificati per generazione. Ricostruzione dell'evoluzione geologico-geodinamica dell'Orogene Calabro-Peloritano nel Mediterraneo centrale dalla fine del Paeozoico all'Oligo-Miocene.


Testi di riferimento

TESTI

  1. Barker J. – Introduction to metamorphic textures and microstructures. (Blackie USA, Chapman & Hall) 1998.
  2. Passchier C. W. & Trouw R. A. J. – Microtectonics. (2nd ed. xvi + 366 pp. + CD-ROM. Berlin, Heidelberg, New York: Springer-Verlag). ISBN 3 540 64003 7.
  3. Vernon R. H. – A practical guide to rock microstructure. (Cambridge University Press) 2004. 594 pp. ISBN: 9780521891332
  4. WINTER (2001) An Introduction to Igneous and Metamorphic Petrology. Prentice Hall.
  5. Fossen H. – STRUCTURAL GEOLOGY. (Cambridge University Press) 2010. 463 pp. ISBN: 9780521516648
  6. Dispense ed appunti distribuiti in aula durante il corso

Siti consigliati

  1. http://jm-derochette.be/metamorphic_rocks.htm
  2. http://www.uwgb.edu/dutchs/EarthSC202Slides/struslid.htm
  3. http://virtualexplorer.com.au/special/meansvolume/contribs/heilbronner/text/00/0000.html
  4. http://www3.uakron.edu/geology/mcconnell/structGeo/syllabus/week15.htm#readings14


Programmazione del corso

 *ArgomentiRiferimenti testi
1*Descrizione dei principali processi orogeneticiBarker J., Fossen H.; Dispense 
2*Il gradiente geotermico e la sua influenza sulla genesi dei basamenti cristallini. Barker J., Fossen H.; Dispense 
3*Richiami sulla petrogenesi delle rocce metamorfiche: tipi di metamorfismo, loro estensione areale e significato regionale; Barker J., Fossen H.; Dispense 
4*Concetti di facies metamorfica, zona metamorfica e minerali indice Barker J. - Dispense 
5*Principi di reologia dello stato solido: Analisi dello stress e dello strain. Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense 
6*Storia dello strain: Strain coassiali e non coassiali. strain totale, strain incrementale, deformazione progressiva. Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense 
7*Il comportamento reologico di minerali e rocce: Meccanismi deformativi inter- ed intra-cristalliniPasschier C. W. & Trouw R. A. J.; Dispense 
8*Fattori di controllo dello strain in rocce monomineraliche e polimineraliche. I processi di recovery.Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Dispense 
9 Le principali leggi di flusso nella reologia dei corpi solidi.Dispense 
10*Foliazioni e lineazioni.Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense 
11*Descrizione e classificazione delle pieghe. Dispense 
12 Modelli teorici di piegamento. Dispense 
13 Distribuzione dello strain nelle pieghe. Dispense 
14*Geometria e tipi di interferenza strutturale. Dispense 
15*Dispersione degli elementi strutturali. Dispense 
16*Metodi di analisi strutturale in aree polideformate: Reticolo di Wulff; reticolo di Schmidt. Proiezione di un piano, proiezione di una linea. Esempi di calcolo di elementi geometrici.Dispense 
17*Rotazione dei dati strutturali. Concetti di simmetria nelle strutture. Dispense 
18*Elaborazione statistica dei dati attraverso l’ausilio di software. Dispense ed esercitazioni in aula informatica 
19*Ricostruzione dei rapporti blasto-deformazionali: Cronologia degli eventi deformativi. Cronologia degli eventi blastici. Relazioni cronologiche fra deformazione e blastesi.Dispense; Vernon R.H.; Winter 
20*Classificazione delle rocce di faglia e loro collocazione nei vari livelli crostali. Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense 
21*Gli indicatori cinematici. Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense 
22*Caratteri microstrutturali delle cataclasiti e delle miloniti.Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense 
23 Le pseudotachiliti. Passchier C. W. & Trouw R. A. J.; Fossen H.; Dispense 
24*Riconoscimento ed interpretazione delle microstrutture metamorfiche.Dispense; Vernon R.H.; Winter 
25*Misure sul terreno: giacitura degli elementi planari e lineari.Attività di terreno 
26*Rappresentazione cartografica con simbologia codificata. Attività di terreno ed in aula informatica 
27*Stazioni di misura ed elaborazione dei dati strutturali. Attività di terreno ed in aula informatica 
28*Ricostruzione spazio-temporale degli eventi deformativi. Distinzione delle simbologie strutturali su base tempo-relativa. Attività di terreno 
29*Caratterizzazione tessiturale e strutturale delle strutture deformative. Attività di terreno 
30*Riconoscimento mesoscopico delle associazioni paragenetiche in rocce di basamento. Attività di terreno 
31*Penetratività e pervasività delle strutture deformative. Attività di terreno 
32*Ambientazione genetica delle strutture deformative. Attività di terreno 
33*Individuazione ed interpolazione dei limiti tra le unità.Attività di terreno 
34*Esempi di ricostruzione grafica dei limiti e verifica della validità dei limiti d'interpolazione. Attività in aula informatica 
35*Riconoscimento e caratterizzazione dei limiti tra rocce plutoniche e rocce metamorfiche.Attività di terreno 
36 Cenni di cartografia geotematica e applicazioni GIS/GPS.Attività di terreno ed in aula informatica 
37*L’assetto tettonostratigrafico e l'evoluzione tettono-metamorfica delle unità di basamento nell'Orogene Calabro-Peloritanio.Dispense 
38*Strutture e stili tettonici. Attività di terreno 
39*Tipologia e scala dei sistemi plicativi. Attività di terreno 
40*Influenza dei sistemi tettonici fragili (faglie e thrust) sulla dislocazione della continuità delle unità di basamento.Attività di terreno 
41*Rapporti tra tipologie e tempi di messa in posto di unità plutoniche ed unità metamorfiche incassanti. Attività di terreno 
42*Ricostruzione degli andamenti strutturali su carta: trend degli assi di piega, dei piani di foliazione e delle principali strutture lineari diversificati per generazione.Attività di terreno ed in aula informatica 
43 Caratterizzazione e classificazione dei sistemi deformativi fragili. Attività di terreno 
44*Ricostruzione dell'evoluzione geologico-geodinamica dell'Orogene Calabro-Peloritano nel Mediterraneo centrale dalla fine del Paeozoico all'Oligo-Miocene. Dispense 
* Conoscenze minime irrinunciabili per il superamento dell'esame.

N.B. La conoscenza degli argomenti contrassegnati con l'asterisco è condizione necessaria ma non sufficiente per il superamento dell'esame. Rispondere in maniera sufficiente o anche più che sufficiente alle domande su tali argomenti non assicura, pertanto, il superamento dell'esame.

Verifica dell'apprendimento

Modalità di verifica dell'apprendimento

L'esame di Geologia dei basamenti cristallini prevede la produzione di un'elaborato di fine corso, normalmente sviluppato in gruppi da cinque, relativo all'elaborazione statistica di misure strutturali prese autonomamente nelle zone di rilevamento su terreno: Peloritani nord orientali (Scifì - Forza D'Agrò (ME)); Samo o Palmi (RC), contesutualizzate all'interno del quadro geologico-geodinamico centro Mediterraneo.

Tale elaborato potrà essere presentato o in forma cartacea o attraverso l'aulsilio di una presentazione power-point.

Durante e alla fine dell'esposizione dell'eleaborato il docente chiederà agli studenti tutta una serie di nozioni teoriche di base, tra quelle trattate durante il corso.

Il voto finale prevederà una sintesi equilibrata tra il giudizio delle capacità di sintsesi ed espositive dimostrate e il grado di maturità nella comprensione delle nozioni teoriche alla base del corso.


Esempi di domande e/o esercizi frequenti

  1. Le miloniti e alcuni indicatori cinematici.
  2. Le sheat-folds. I low-strain domain.
  3. le rocce di faglia e le loro correlazioni in funzione della profondità di formazione.
  4. Evoluzione tettono-metamorfica dell'Unità di Mandanici.
  5. Le Pencil-strucures e le L-tettoniti.
  6. Il Clivaggio di crenulazione.
  7. La reologia delle deformazioni plastiche.
  8. Gli ambienti collisionali.
  9. Le miloniti all'interno dell'Unità di Mandanici.
  10. Le proiezioni stereografiche.
  11. Lineazioni e foliazioni.
  12. il concetto di tettonite e l'evoluzione del diagramma di Flinn.
  13. Assetto tettono-stratigrafico dell'Orogene Calabro-Peloritano
  14. Indicatori cinematici;
  15. La struttura a falde del Massiccio dell'Aspromomente;
  16. L'anatessi crostale e le migmatiti.
  17. Il layering migmatitico.
  18. Strain rate vs. recovery.
  19. Le sheath fold.
  20. Le figure di interferenza.
  21. Cinematica ed evoluzione delle strutture milonitiche.
  22. Il concetto di vorticità e il numero cinematico di vorticità.
  23. Pure shear vs. Simple shear.
  24. Assetto tettono-stratigrafico dei Monti Peloritani; L'unità di Mandanici;
  25. Minerali principali, secondari ed accessori e il loro ruolo nella ricostruzione dei rapporti blasto-deformazionali.